2014

Phont

Se nel percorso artistico di Giuseppe Buffoli ci sono da sempre la ricerca dell'equilibrio nella sua forma fisica e concettuale e la rappresentazione dell'azione e del suo esito nel tempo, in queste opere più recenti - l'installazione con i phon e la selezione di disegni a più fogli - lo scultore aggiunge un nuovo elemento, inedito ma già maturo, l'ironia. Ironia che non investe soltanto il gioco di parole phon-font, che per assonanza suggerisce il titolo della mostra "Phont" nella fotocopisteria di quartiere, oppure l'equivocato e oggi tanto in voga selfie di Adriano, il proprietario del negozio (qui fotocopiato, non fotografato, appunto), ma coinvolge anche il procedimento stesso con cui le opere sono state pensate e realizzate. Buffoli si mette in gioco e gioca con il luogo che ospita i suoi lavori, quei disegni monocromi a penna bic, pezzi unici quasi fotografici, che si fondono e si confondono con le fotocopie, riproduzioni in serie a mezzo meccanico. I due phon allestiti a parete si accendono e si spengono alternativamente, alzando e abbassando con il loro flusso d'aria calda un foglio di carta vincolato al muro, sul quale è riprodotto il volto fotocopiato di Adriano, che appare e scompare secondo i tempi scanditi dal timer. I disegni, invece, svelano il modo di "fare arte" di Buffoli, fissano alcuni momenti della sua azione creativa e dimostrano la sua grande abilità tecnica nell'uso della penna a sfera. L'opera d'arte nel luogo della sua riproducibilità tecnica si confronta con l'opera d'arte unica e irriproducibile di mano dell'artista. Tutti i lavori esposti sono espressione di un concettualismo moderno, filtrato dall'ironia e dall'intelligenza di Giuseppe Buffoli, che conosce i meccanismi dell'arte e li incastra per dare forma alla sua personale visione della contemporaneità.

Lorenzo Respi

Dimensioni: variabili
Tecnica - materiali: legno, asciugacapelli, carta.

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