2019

Il racconto di Anchise

Caro amico,
come spiegarti e descriverti la mia scultura, se non come un "accrocchio meditato" che ha la pretesa di prendere oggetti della vita quotidiana per provare a puntare l'attenzione su un tema che ai giorni nostri è sempre più attuale: l'anzianità.
Provando a farlo con un po' d'ironia, senza entrare in demagogie, discorsi perbenisti o della filosofia da bar.
Mi ha sempre affascinato la figura di Anchise portato in braccio dal figlio Enea in fuga da una casa distrutta per approdare in un altrove sconosciuto e da lì fondare quella che sarà poi la Città Eterna.
Ho sempre pensato ad Anchise come al vecchio per antonomasia, amato e amante in gioventù di Afrodite, colui che punito da Zeus per la sua sbruffonaggine, è costretto a vivere la sua vita da "storto", faticando a deambulare e costretto a fuggire in spalle al figlio.
La mia scultura altro non è che una forma organica che riprende il vuoto dell'interno dell'orecchio, amplificata e realizzata in un materiale fragile e non durevole come la creta cruda, appoggiata su un assemblaggio che qualcuno potrebbe definire ready made, ma altro non è che un ribaltamento di un deambulatore per anziani, unito ad una piantana da microfono, che diventa "castone" per questa forma.
Ti starai chiedendo cosa possa centrare l'orecchio con tutto ciò, ebbene, sappi che l'orecchio o meglio la cartilagine che lo forma, negli anziani continua a crescere con il passare del tempo. Immaginati a 100 anni che orecchie enormi! Forse il nostro corpo nella sua infinita "intelligenza" supplisce a una perdita di udito con un ampliamento del padiglione? Chissà... a me comunque piace pensarlo.
O forse invece la mia scultura ci invita a pensare che solo ascoltando il passato si puù vivere un buon presente e pensare ad un futuro migliore.

Tecnica - materiali: acciaio, alluminio, plastica, palle da tennis, creta cruda, resina, moquette
Dimensioni: 200 x 180 x 150 cm


Back